venerdì 28 novembre 2008

Veronesi vs Rubbia

Cambiamento del clima e salute dell'uomo, oncologo e Nobel per la fisica a confronto
Il protocollo di Kyoto è insufficiente, come evitare la catastrofe ambientale?

Veronesi: solo il nucleare ci salverà

Rubbia frena: non è l'unica alternativa

di DARIO CRESTO-DINA

MILANO - Dice Umberto Veronesi: "Il governo italiano deve costruire dieci centrali nucleari nei prossimi dieci anni". È il suo modo di allontanare i fantasmi: prenderli di petto, a costo di finire nella bufera. Dall'altra parte del tavolo il premio Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia scuote la testa: "Umberto, non è così che troveremo un equilibrio tra la produzione di energia e i mutamenti climatici". Il dialogo tra i due, che saranno assieme a settembre a Venezia nella terza conferenza mondiale sul futuro della scienza voluta dall'oncologo milanese, riapre un dibattito che dividerà ancora una volta la politica e i ricercatori.

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FONTE: http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/ambiente/energie-pulite/veronesi-rubbia/veronesi-rubbia.html

“Ci salveremo solo se cambieremo il nostro modo di produrre energia". Dice Rubbia e io aggiungo che dobbiamo cambiare soprattutto il modo di vivere, perché il nostro benessere è e sarà la fonte della nostra rovina.
Non dico che dobbiamo tornare a vivere come gli uomini primitivi, perché il progresso è comunque un fatto positivo, ma a pensare come i nostri predecessori più lontani, nel senso che in passato, e non parlo solo di migliaia ma anche di cinquant’anni fa, si faceva più attenzione alla natura perché si viveva a stretto contatto con essa e quindi non veniva danneggiata così tanto e la si rispettava: purtroppo al giorno d’oggi sono poche le persone che vivono in questo modo. Dato che non si può rifondare la società, dobbiamo attuare un piano di profondo rinnovamento del pensiero generale: bisognerebbe pensare al di là dei propri interessi, soprattutto all’ambiente e a come si prospetta per le generazioni future, dovremmo metterci nelle mani di ecologisti e scienziati e farci guidare sulla strada migliore per risparmiare le risorse e proteggere il pianeta. D’altra parte è l’uomo che ha osato cambiare queste regole, e ora ne prova le dure conseguenze.

Noi, schiavi del consumismo, dovremmo sovvertire questo sistema e tornare a seguire le regole che ci detta la natura, non quelle del mercato. Questa riflessione avviene proprio dopo quella dell’altro giorno riguardo il tradizionalismo di Sallustio, la differenza sta nel fatto che lui parlava della società, qui invece dei magnifici risultati che ha raggiunto.



2 commenti:

evelyn ha detto...

50 anni fa non ci si preoccupava minimamente della natura per il semplice fatto che per un cittadino non c'era alcun modo di inquinarla (oddio, il modo c'era ma era davvero limitatissimo) e oltretutto non si sapeva quali effetti sarebero scaturiti da determinate attività...non sei un pochino tragica?
Tommy&evy

Alice ha detto...

data la situazione dovremmo essere tutti tragici, forse non vi rendete conto di com'è realmente.