martedì 18 novembre 2008

Pronta la legge per i dottori

PER I CITTADINI SARÀ MENO AUTOMATICO POTER CITARE I MEDICI IN GIUDIZIO

«L'errore non sarà più reato» Pronta la legge per i dottori

Nove cause su dieci si concludono con l'assoluzione. Santelli: depenalizziamo. Ma imperizia e negligenza resteranno punite


ROMA — Destino inesorabile per otto su dieci. Denunciati e trascinati in tribunale per sospetta malpractice. Accusati di aver sbagliato. Un rischio che i chirurghi devono mettere in preventivo e dal quale cercano di difendersi con tutte le armi. Ricorrendo ad esempio alla cosiddetta medicina difensiva, cioè prescrivendo al paziente cure, ricoveri, esami che in cuor loro ritengono superflui ma che risulterebbero solidi scudi in caso di processo. Ogni anno il sistema sanitario pubblico sborsa tra 12 e 20 miliardi per analisi di tipo precauzionale. Una proposta di legge appena depositata ha l'obiettivo di alleggerire «il disagio di fronte alla crescita prepotente del contenzioso medico legale e alla richiesta di risarcimento a tutti i costi».

Un progetto di depenalizzazione dell'errore medico annunciato già a giugno dal sottosegretario al Welfare Fazio, e auspicato dalle categorie dei camici bianchi, chiamati da famiglie e pazienti a sostenere battaglie giudiziarie infinite che in quasi 9 casi su 10 si concludono con l'assoluzione. Primi firmatari Iole Santelli (vicepresidente commissione Affari Costituzionali) e Giuseppe Palumbo (presidente Affari sociali), entrambi Pdl, il provvedimento introduce nel codice penale e civile una serie di aggiunte e nuovi articoli che definiscono la colpa professionale legata ad un atto medico e chiariscono i meccanismi del nesso di causalità. «Ora la giurisprudenza non dà margini di certezza, i tribunali decidono in modo discrezionale, non c'è uniformità e i cittadini possono fare causa contro tutti e tutto», spiega la Santelli. «Un conto sono imperizia e negligenza che continueranno ad essere punite e resteranno nell'ambito penale — aggiunge Palumbo —. Un altro sono gli errori che non derivano da omissioni o superficialità tecnico scientifica. E allora la causa è civile».

Insomma, sarà meno automatico per i cittadini citare il dottore in giudizio. La legge si affianca a quella già in discussione al Senato, avviata da Antonio Tomassini. Obiettivi «modesti», si spiega nella premessa: «Alleggerire la pressione psicologica sul medico e l'animo a volte vendicativo del paziente nei confronti dei sanitari, accelerare la soluzione delle vertenze giudiziarie». Particolare importanza viene attribuita alle caratteristiche dei periti, al ruolo delle assicurazioni e al consenso informato. Un anno di carcere per chi «sottopone una persona contro la sua volontà a un trattamento arbitrario». «Siamo il Paese col maggior numero di denunce contro la categoria, assieme al Messico — lamenta Rocco Bellantone, segretario della società italiana di chirurgia —. Solo in Italia i reati medici vengono puniti penalmente, altrove si dà per scontato che chi opera o prescrive una cura non ha un atteggiamento lesivo. Quando sbagliamo siamo accomunati a chi commette un omicidio in stato di ubriachezza». Tra gli specialisti più tartassati, i ginecologi-ostetrici, su cui pesa la doppia responsabilità di mamma e bambino. Tra le contestazioni più frequenti, il ritardato cesareo.
Margherita De Bac16 novembre 2008

FONTE: http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_16/errore_medico_depenalizzato_citare_medici_giudizio_e7b88b34-b3bc-11dd-b392-00144f02aabc.shtml


Credo che ormai si siano create delle situazioni assurde, perché alla fine se un medico sbaglia a diagnosticare la malattia è perché:
- o non è preparato a sufficienza, quindi la colpa del medico è relativa perché sono le università che preparano alla professione, perciò si dovrebbe essere più severi nell’ambito dell’istruzione e meno in quello giudiziario;
- può capitare una svista o errore nel decifrare i sintomi, però per questo non bisogna diffidare nel medico perché una volta in tutta la carriera può fare uno sbaglio, e anche se il medico è responsabile della vita del paziente è eccessivo che per un errore, magari non dovuto necessariamente alla non conoscenza o all’inesperienza, venga portato in tribunale.
I medici spesso non si trovano nelle condizioni idonee per lavorare, quindi è molto più facile che incorrano in errori o superficialità, inoltre per la paura di ritrovarsi in un processo prescrivono ai pazienti cure inutili, questo arreca solo danno allo stato e ai cittadini.
D’altra parte anche i pazienti possono essere troppo meticolosi nell’accusa, quindi in questi casi non sono da incolpare i medici.
In qualunque caso credo che sia eccessivo portare i medici in tribunale per un processo.


1 commento:

evelyn ha detto...

bah, se sia esagerato non lo so. ovviamente dipende da caso a caso. in famiglia ho ben due esperienze di malattie mal diagnosticate che sono sfociate nella morte, e una visita senza troppe precauzioni che si è risolta fortunatamente per il meglio, ma dopo aver rischiato pesantemente. nei primi due casi, uno poteva, per così dire, essere perdonato, visto che un infarto è difficile da prevenire; l'altro era un tumore, e il medico curante aveva detto pochi giorni prima della morte "quest'uomo sta meglio di tutti noi messi assieme". nel caso della visita, poi, la parete dell'intestino è stata bucata perchè "era più sottile di quanto immaginassi". ora, vorrei che tu osservassi bene questi casi..e ti invito a non generalizzare troppo, perchè in certi casi è la vita in ballo, non solo la salute.